Come facciamo a riconoscere cosa è bello? Ci sono certe caratteristiche, come la simmetria del viso, che sono universalmente riconosciute come attraenti. Altre caratteristiche, invece, fanno parte della bellezza all’interno di determinate culture, razze, generazioni, generi. Se ne deduce che la bellezza è appresa all’interno di un particolare contesto sociale, culturale e verbale.
A partire dalle bambole e dai libri illustrati per bambini fino ad arrivare ai tabelloni pubblicitari e ai film, migliaia di immagini di uomini e donne ci vengono mostrate quotidianamente, fin da quando siamo piccoli. Così vediamo donne, per la maggior parte, magre, spesso più magre della media delle donne che si incontrano abitualmente. E gli uomini che ci vengono mostrati sono muscolosi, più muscolosi di quanto lo siano in media gli uomini. Dal momento che l’essere umano preferisce ciò che è familiare, non ci stupisce che queste immagini a cui siamo esposti e che sono familiari ci piacciano. Quando siamo in piedi davanti allo specchio, applichiamo a noi stessi lo standard a cui siamo abituati e ogni deviazione dalle forme che siamo soliti vedere è probabile che non ci piaccia.
La familiarità è solo una delle caratteristiche che fa sì che qualcosa ci piaccia.
Ci sono anche altri messaggi più espliciti su cosa è bello. Infatti, le persone di successo, con amici, soldi, amore, lavoro, sono spesso rappresentate come magre. Non solo, quando le persone devono valutare qualcuno dall’aspetto fisico, tendono ad attribuire più qualità positive (come la gentilezza, la simpatia, l’intelligenza) alle persone attraenti. Altri messaggi espliciti vengono passati paragonando una persona grassa e triste e la stessa persona in un tempo successivo (dopo una miracolosa dieta) magra e felice.
A volte il messaggio che i belli hanno successo e felicità non arriva solo dai media. Da quando i bambini nascono, sono bombardati da frasi tipo “come sei carino”, “ma che bei occhioni che hai!” o al contrario “sei più basso di tuo fratello”. Il contesto familiare può anche enfatizzare in modo particolare l’importanza dell’aspetto esteriore, ad esempio una madre può complimentarsi, alla laurea del figlio, di come era attraente con quel determinato vestito elegante, implicitamente relegando in secondo piano il suo impegno e la sua fatica.
I gruppi sociali al di fuori delle mura casalinghe mostrano chiaramente quanto è importante essere belli per essere popolari. In alcune ricerche è stato dimostrato come le persone più belle vengono trattate in modo più gentile e, di conseguenza, i belli impareranno a rispondere con gentilezza e avranno più successo sociale.
L’essere accettati socialmente è fondamentale per l’essere umano. Nell’ottica dell’evoluzione della specie, chi era accettato socialmente e poteva appartenere ad un gruppo usufruiva di maggior calore, protezione e aveva più probabilità di sopravvivere e riprodursi. Per questo motivo la paura di essere rifiutati dagli altri mette in moto dei comportamenti per “piacere agli altri”. Di per sé, quindi, curare il proprio aspetto fisico non è un comportamento negativo, lo diventa quando è ritenuto l’unico modo per “piacere agli altri”, pensiero o credenza da cui nasce il rischio di sviluppare un disturbo alimentare.
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